La forza della resilienza

La vera capacità di adattarsi a un mondo in continuo cambiamento scaturisce da forze interne come la grinta, la gratitudine e la compassione. Questa è la resilienza, quella dote di cui abbiamo bisogno ogni giorno per crescere una famiglia, lavorare insieme ad altri, affrontare lo stress, i problemi di salute, le divergenze, il dolore o semplicemente i momenti di difficoltà. È possibile apprendere gli strumenti per affrontare le sfide della vita con meno ansia, più ottimismo, fiducia in noi stessi, calma e concentrazione. Possiamo allenare il nostro sistema nervoso a liberarsi dai sentimenti dolorosi e sostituirli con forze interiori vitali.

In vista di una lunga escursione abbiamo bisogno di viveri e scorte, così in modo analogo nel cammino della vita ci occorrono risorse psicologiche per affrontare ogni tipo di cambiamento. Nella vita anche le situazioni più appaganti, il lavoro più sicuro, le relazioni più stabili possono cambiare. Di fronte a questi cambiamenti ciò che si ha dentro resta costante. Così com’è impossibile disimparare ad andare in bicicletta, le risorse interiori che avete appreso sono destinate a crescere nel corso del tempo. Ci riusciamo grazie all’apprendimento, che va ben oltre la semplice memorizzazione di tabelline. Ogni cambiamento duraturo di umore, prospettiva o comportamento deriva da un apprendimento. Fin dall’infanzia noi impariamo buone abitudini, talenti e capacità di interazione. Ora la domanda è: come si impara?

Ogni forma di apprendimento comporta un cambiamento nella struttura e nelle funzioni neurali. In neurologia c’è un detto basato sulle ricerche di Donald Hebb: «I neuroni che si attivano in contemporanea si collegano tra loro». Più spesso si ripete l’attivazione simultanea, più diventa saldo il collegamento. In sintesi, le risorse psicologiche si sviluppano con il ripetersi di un’esperienza, che con il tempo si tramuta in un cambiamento permanente nel cervello. Questo significa che ognuno può potenziare l’ottimismo, la sicurezza o la forza di volontà aumentando ripetutamente le sensazioni positive di gratitudine, competenza e determinazione. Purtroppo è raro che qualcuno ci insegni in modo esplicito questo processo di interiorizzazione positiva. A scuola, sul lavoro e nei corsi di formazione si imparano tante cose, ma nessuno ci insegna a imparare.

Imparando a imparare si acquisisce la struttura essenziale su cui fondare la propria serenità e resilienza. Il primo passo è favorire le esperienze benefiche. Pensate ad esempio ai vostri rapporti con gli altri: che cosa richiama maggiormente la vostra attenzione, i momenti di ordinaria armonia oppure quell’unico commento critico?

In genere sono gli episodi negativi a spiccare poiché il pregiudizio negativo del cervello fa si che le esperienze dolorose o spiacevoli si impongono in primo piano alla coscienza, mentre quelle piacevoli e utili sfumano in sottofondo. Questo atteggiamento potrebbe essere vantaggioso in un ambiente molto ostile, ma in circostanze normali logora la mente e il corpo. Il fatto è che il nostro cervello ragiona più in termini di sopravvivenza immediata che di benessere e felicità duraturi. Perciò spostarne l’attenzione sulle esperienze positive non fa altro che ristabilire il giusto equilibrio. Non si tratta di vedere tutto in rosa o il bicchiere mezzo pieno. In realtà è puro e semplice pragmatismo: la vita è spesso difficile, quindi abbiamo bisogno di risorse mentali per affrontare gli ostacoli, e per costruirle dobbiamo riorientare il processo di apprendimento del cervello.

Il processo comincia sperimentando i punti di forza interiori che si vogliono sviluppare: in primo luogo potreste proprio in questo momento concentrarvi sulle esperienze positive già presenti nella vostra vita; in secondo luogo pensare a crearne di nuove. Pensate che le nostre esperienze si costituiscono di cinque elementi, e ciascuno rappresenta un gioiello con cui potete arricchire la vostra mente e la vostra vita. I cinque elementi sono:

  • i pensieri (le credenze, le immagini)
  • le sensazioni (le percezioni, i suoni)
  • le emozioni (i sentimenti, gli umori)
  • i desideri (i valori, le intenzioni)
  • le azioni (la postura, l’espressione del viso, il movimento o il comportamento)

Per coltivare la resilienza occorre trasformare il positivo in una risorsa duratura, si tratta di arricchire e assimilare l’esperienza. Arricchire l’esperienza significa riviverla nella mente, sperimentarla a pieno; assimilarla significa incorporarla in noi stessi.

Il modello in quattro passi vi aiuterà ad affrontare i pensieri, le sensazioni, le emozioni dolorose – cioè tutto ciò che è «materiale negativo».        

  1. Positività. Concentratevi sulla sensazione di essere alleati di voi stessi. Poi richiamate alla mente un’esperienza positiva. Potete rivivere il ricordo di un evento reale, un momento della vostra vita in cui vi siete sentiti particolarmente al sicuro, appagati o amati.

Oppure evocate il tipo di situazione o circostanza in cui vi sentireste così. Potete usare i ricordi o la visualizzazione, purché vi immergiate a pieno nell’esperienza.

  1. Arricchimento. Concentratevi sul materiale positivo. Se i pensieri cominciano a vagare, richiamateli a voi. Collaborate attivamente a rendere più intensa la percezione dell’esperienza che avete evocato, lasciando che vi invada la mente. Esploratela in ogni aspetto: mentale, fisico o emotivo. Riconoscetene il valore, l’importanza e la pertinenza personali.
  2. Comprensione. Avvertite l’esperienza che vi pervade, vi penetra, diventa parte di voi. Accoglietela, lasciandovi riempire dal suo calore. Individuatene gli aspetti più gratificanti, piacevoli e terapeutici.
  3. Elasticità. Quando vi sentite pronti, prendete coscienza del materiale negativo, continuando però a lasciarlo sullo sfondo e mantenendo quello positivo in primo piano. Potete passare con il pensiero dall’uno all’altro, ma se possibile cercare di includerli simultaneamente nel vostro stato di consapevolezza. Conservate nella mente l’idea del materiale negativo per qualche respiro, non perdendo di vista la percezione dell’esperienza positiva. Poi, senza fretta, visualizzate il positivo che entra in contatto con il negativo e lo penetra. Potete immaginarlo come un’onda che colma il vuoto dentro di voi e ne allevia il dolore… come un calore rassicurante che lenisce la sofferenza… come una luce che scaccia le ombre… come la vostra compassione e il vostro affetto di adulto che abbracciano il vostro io bambino, confortandolo e magari rassicurandolo con qualche frase. In fine lasciate che il malessere vi abbandoni, e godete a pieno della sensazione di pace, quiete e appagamento della positività.

 

 

 

 

Pubblicato il 05/05/2020 alle ore 13:01

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Paola Bianchi, psicoterapeuta
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